Il progetto è composto da 6 azioni fra di loro coordinate che coinvolgono tutte le specie frutticole attualmente presenti in Trentino ed areali specifici in funzione dell’obiettivo proposto.
Per la Susina di Dro (DroPS) si prevede di operare attraverso attività di valutazione genetica e sanitaria sugli ecotipi presenti nel territorio in modo da costituire una nucleo di cloni individuati chiaramente per caratteristiche fenotipiche, genetiche e qualitative. I cloni che rispondono alla normativa sanitaria o che saranno nel caso contrario risanati, verranno conservati presso un centro autorizzato per la conservazione e pre-moltiplicazione. Saranno sviluppate forme di allevamento a parete e semi-pedonabili sempre in una ottica di sostenibilità delle produzioni. Le caratteristiche qualitative e nutrizionali della Susina di Dro saranno verificate e confrontate con varietà di susino euroepo standard.
Nel caso del mirtillo (Eco Blue) le attività riguardano diversi aspetti della coltivazione e futura commercializzazione. Valutazione di nuove varietà e ibridi, anche originati dal programma di breeding CRI-FEM, in due aziende ad altitudini diverse nella Val di Non, con epoca di raccolta da precoce a tardiva. Messa a punto della tecnica colturale e della potatura di formazione delle piante in un’ottica di riduzione dei trattamenti e quindi di migliore sostenbilità, in considerazione del fatto che nelle prove verranno anche valutate le sensibilità alle avversità biotiche e abiotiche. Sul prodotto raccolto verrà valutata la qualità intrinseca dei frutti e la loro conservabilità e shelf-life.
Il controllo biologico della mosca mediterranea (SIT-Fruit Fly) è un metodo di controllo delle nascite degli insetti, che prevede il rilascio nell’ambiente di maschi sterilizzati (SIT) della specie bersaglio con lo scopo di ridurre la fertilità della popolazione naturale di quella specie. Questi progetti pluriennali hanno dimostrato come sia possibile ottenere una produzione esente da danni, integrando la tecnica dell’insetto sterile con un costante monitoraggio delle popolazioni del fitofago, modulando i rilasci di maschi sterili in base alle condizioni fenologiche rilevate e procedendo con una scrupolosa eliminazione alla raccolta dei frutti attaccati. Essendo C. capitata ancora in una fase d’incipiente invasione, in un territorio sostanzialmente delimitato, la realtà trentina si presta particolarmente bene a valutare l’efficacia di SIT. Il progetto si propone di dimostrare la fattibilità operativa, la sostenibilità economica e l’efficacia tecnica del contenimento di C. capitata mediante SIT, in due aree pilota di circa 10 ettari ciascuna, con rilasci programmati e controllati dei SIT in funzione del modello previsionale di sviluppo dell’insetto.
Con l’esperienza in corso di realizzazione nel progetto PEI MePS si è voluto implementare la misura della biodiversità anche alle colture frutticole diverse dal melo con il protocollo sperimentale sviluppato da World Biodiversity Friend (WBA).